Prevalenza dell'attività non commerciale

21.11.2018

Le Associazioni possono svolgere abitualmente attività commerciale al fine di reperire le risorse economiche per finanziare le proprie attività istituzionali, tali attività devono però essere "marginali" come le definisce la normativa dell'art 149 TUIR.

Cosa significa questo: tutte le associazioni possono quindi avere P.IVA ed incassare proventi derivanti da attività commerciale (somministrazione pasti e bevande, vendita materiale sportivo, sponsorizzazioni o pubblicità e così via) usufruendo eventualmente dei regimi fiscali forfettari previsti per tali enti, ma il totale incassato dalle attività commerciali non deve mai superare i ricavi dell'attività istituzionale e decommercializzata.

Se l'ente dovesse avere ricavi commerciali superiori agli istituzionali la norma è chiara: "Indipendentemente dalle previsioni statutarie, l'ente perde la qualifica di ente non commerciale qualora eserciti prevalentemente attività commerciale per un intero periodo d'imposta".

Tale previsione non opera solo per le ASD e per gli enti ecclesiastici i quali quindi possono avere ad esempio 1.000€ di ricavi istituzionali e 200.000€ di ricavi commerciali e rimangono fiscalmente enti non profit.

Ogni altra associazione invece deve verificare che l'attività commerciale sia inferiore rispetto all'istituzionale.