2024 - Le novità che attendono lo sport

04.01.2024

Sicuramente il 2023 verrà ricordato come l'anno della svolta nella gestione delle risorse umane nello sport professionistico e dilettantistico, per via dell'introduzione di una corposa ed a lungo attesa Riforma che non affronta solo questi temi, ma sono stati certamente i più sentiti e spesso (a torto o ragione) poco apprezzati dai sodalizi sportivi che si sono dovuti cimentare con le novità entrate in vigore lo scorso 1 luglio.

Le difficoltà non sono state trascurabili, prima di tutto perché il decreto correttivo bis della Riforma che ha previsto numerose modifiche alle disposizioni legislative in vigore dall'inizio del secondo semestre è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale solo il successivo 4 settembre e gli operatori hanno dovuto affrontare le novità a Riforma già avviata, senza contare le nuove funzionalità del Registro nazionale delle attività sportive dilettantistiche che hanno visto una loro implementazione continua nel corso dell'anno con numerosissime novità, proroghe e modifiche spesso con cadenze ravvicinate e contrastanti tra loro.

Nel 2024 le novità non saranno da meno: dal lato della Riforma dello sport si attendono ancora numerosi decreti ministeriali che porteranno a completamento l'iter del legislatore, tra di essi occorre ricordare ad esempio il decreto che definirà i parametri per la determinazione della secondarietà delle attività diverse, ma si attende anche la sezione all'interno del Registro nazionale che permetterà la piena operatività della nuova procedura per il riconoscimento della personalità giuridica delle ASD dove il notaio dovrà depositare gli atti.

A breve si dovrà iniziare a predisporre anche la Certificazione Unica 2024 in base alle disposizioni introdotte dal D.lgs. 36/2021 e su questo tema l'Agenzia delle Entrate ha recentemente pubblicato le istruzioni segnalando le nuove sezioni per la corretta indicazioni dei nuovi compensi sportivi, rammentando che si devono considerare erogate nel 2023 anche le somme corrisposte entro il 12 gennaio 2024, ma relative all'anno 2023 come previsto dall'art. 51, c. 1, TUIR in merito ai compensi erogati ai soggetti che svolgono rapporti di collaborazione aventi per oggetto la prestazione di attività svolte senza vincolo di subordinazione ex art. 51, c. 1 lett. c-bis TUIR.

Ma il 1 gennaio si è aperto anche con l'obbligo di fatturazione elettronica esteso alla generalità degli enti associativi titolari di P.IVA che applicano le disposizioni della L. 398/1991, i quali non possono più quindi usufruire di alcuna esenzione dai relativi obblighi. Gli enti potranno valutare a propria discrezione se utilizzare i servizi telematici messi a disposizione gratuitamente da parte dell'Agenzia delle Entrate oppure avvalersi di uno dei numerosi software di gestione della fatturazione elettronica. I nuovi obblighi a nostro avviso non devono essere visti come un ostacolo o una complicazione, ma anzi dovrebbero essere considerati un'opportunità per meglio organizzare l'amministrazione del sodalizio.

Inoltre questa novità si affianca al tema che sarà foriero di molti grattacapi per migliaia di associazioni dal prossimo 1 luglio (salvo rinvii o proroghe), ossia le modifiche IVA applicabili agli enti non commerciali indispensabili per chiudere la procedura di infrazione europea 2008/2010.

Significa che ogni ente associativo, di qualunque tipologia e natura, entro il 1 luglio 2024 dovrà aprire una P.IVA che si affiancherà al proprio codice fiscale poiché cambierà la natura fiscale della gran parte delle operazioni svolte fino ad ora: se la generalità dei corrispettivi incassati da soci e tesserati fino ad oggi è considerata un'operazione fuori campo IVA per la quale può essere rilasciata una semplice ricevuta non fiscale, dal secondo semestre esse diventeranno operazioni esenti IVA e l'associazione dovrà emettere fattura in esenzione da IVA.

Vi sono poi numerose ulteriori particolarità per la cui analisi rinviamo ad un successivo approfondimento, tra cui anche l'eventuale dispensa dagli adempimenti IVA in base alle previsioni dell'art. 36 bis, DPR 633/1972, ma è certo che questo radicale cambiamento nella gestione di tutti gli incassi da parte degli enti non commerciali potrà avere un impatto sulla gestione amministrativa e fiscale maggiore rispetto alla Riforma dello sport se l'ente non si sarà informato ed organizzato per tempo.